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Arowana

L’Arowana asiatico: quando un pesce diventa un bene di lusso

Era il 2017, precisamente febbraio.

Era una mattinata particolarmente nebbiosa quando alcuni agenti federali che si trovavano di pattuglia a Orange County, in California, decisero di fermare una Toyota Corolla bianca.

Con le pistole pronte, decisero di avvicinarsi con cautela all’auto.

Al posto del conducente sedeva Shawn Lee, un comunissimo ragazzo americano di 29 anni con un cappello da baseball in testa.  

Quando gli agenti si avvicinarono, videro che Lee custodiva gelosamente una busta di plastica abbastanza grande

Il contenuto della busta, in effetti, costituiva il vero motivo per il quale i due agenti si erano immolati in questa caccia all’uomo. 

Al suo interno, tuttavia, non c’era un contenitore di eroina, un’arma illecita o una confezione di soldi sporchi, come ci si potrebbe immaginare. 

«Cos’hai lì» chiese un agente.

«Pesci» disse Lee.

Ma quelli non erano pesci qualsiasi: erano otto Arowana asiatici – l’animale da acquario più costoso di tutti – che si dimenavano all’interno della busta.

Devi sapere che questa è una specie in via di estinzione e negli Stati Uniti è assolutamente illegale importarli, venderli e, in molti casi, anche allevarli.

Di tanto in tanto, tuttavia, emergono ancora storie come quella che ti ho appena raccontato, gettando la luce su un mercato nero abbastanza bizzarro.

Pensa che in altre parti del mondo questo pesce rappresenta un bene di lusso estremamente desiderato. In Giappone i suoi prezzi sono gestiti dalle gang Yakuza; in Cina dai grandi magnati; in Europa dai collezionisti.

Pensa che un singolo esemplare può arrivare a costare più di una Ferrari. 

Come ha fatto un pesce del genere ad assumere un lusso di questa portata? Chi controlla il mercato?

L’AROWANA: DA PALUDOSA A CHIC

Per secoli, l’Arowana asiatico non ha rappresentato nulla di più di un semplice pasto che proveniva dalle acque dei fiumi e delle paludi del Sud Est asiatico.

Fatta eccezione per i mercati locali in Malesia, questo pesce non era una merce molto scambiata, e sicuramente era poco desiderato da molti degli appassionati acquariofili stranieri.

Poi, dalla seconda metà degli anni Settanta, tutto è cambiato.

Non appena gli habitat delle zone umide del Sud Est asiatico iniziarono a ritirarsi, il numero di Arowana iniziò a ridursi. 

La CITES, cioè la convenzione che limita il commercio di specie a rischio, ha classificato così l’Arowana come specie a rischio di estinzione. 

La mossa aveva lo scopo di proibire gli scambi commerciali di questo pesce. 

Ma la giornalista Emily Voigt, che ha trascorso circa dieci anni a delineare la storia dell’Arowana asiatico per il suo libro “The Dragon Behind the Glass”, questa misura ha sortito esattamente l’effetto opposto. 

Un arowana acquistato dal presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono per 200m rupiah (20k dollari) nuota durante un’esibizione a Jakarta during an exhibition in Jakarta in 2008. Fonte: ADEK BERRY/AFP/Getty Images.

I contrabbandieri malesiani hanno iniziato ad introdurre furtivamente gli Arowana asiatici a Taiwan. Da lì, il pesce è arrivato in Giappone, dove è diventato un bene di lusso tra i membri delle bande Yakuza. 

A quel punto, in un tentativo di ridurre questo commercio illegale, la CITES concesse agli allevatori nel Sud Est asiatico di allevare legalmente e vendere Arowana asiatici.

La logica di questa scelta è stata puramente economica: un aumento dell’offerta di nuovi pesci avrebbe fatto scendere i prezzi e li avrebbe quindi resi un bene meno desiderabile.

Non di lusso, insomma. 

Ovviamente, da qui le cose sono degenerate: in pochissimo tempo sono saltati fuori tantissimi allevamenti di Arowana tra l’Indonesia e la Malesia e questo meraviglioso pesce è completamente scomparso dalla natura. 

Attualmente, il più grande mercato asiatico di Arowana si trova in Cina

IL RICCHISSIMO MERCATO DEGLI AROWANA

Come accennato prima, Emily Voigt ha intitolato il suo libro sugli Arowana in un modo che potremmo tradurre come “Il Drago dietro lo specchio”.

Non a caso, direi. 

L’Arowana, infatti, è anche conosciuto come il “Pesce Drago” a causa delle sue scaglie luminose, i lunghi baffi e il suo portamento fiero.

Tutte queste caratteristiche gli hanno conferito anche una certa aura spirituale.

La stessa Voigt, infatti, ha ammesso che questo straordinario animale sembra aver quasi assunto le sembianze di una creatura mistica, in grado di proteggere chi lo possiede e di regalargli fortuna. 

Chissà se è stata la mitologia ad alimentarne la fama o la fama a sviluppare una mitologia così ricca e suggestiva. 

Sta di fatto che attualmente quello degli Arowana asiatici d’allevamento è diventato un mercato da almeno 200 milioni di dollari all’anno

Una parte significativa di questi allevamenti viene fatta, come ti accennavo, in Indonesia, dove ha sede l’allevamento di Tris Tanoto

Tanoto iniziò ad allevare Arowana asiatici a metà degli anni Ottanta, quando acquistò circa dodici esemplari di questa specie alla cifra irrisoria (se rapportata ai prezzi attuali) di 170 dollari

Da lì iniziò la sua avventura nel mondo dell’allevamento degli Arowana asiatici: fondò la sua attività grazie all’aiuto di alcuni amici e piano piano affinò la sua abilità di allevatore. 

Ora la sua azienda, PT Munjul Prima Utama, fattura 3 milioni di dollari all’anno ed è specializzata nell’esportazione dell’Arowana “Super Red”, una varietà che gode di un appeal particolare tra gli appassionati acquariofili cinesi. 

Una volta, per sua stessa ammissione, Tanoto fu in grado di vendere un esemplare di questa varietà ad un acquirente cinese alla cifra di 30mila dollari. 

A detta sua, però, pare che questo pesce fosse assolutamente perfetto. 

In generale, in media gli Arowana di questo signore indonesiano vengono venduti ad una cifra vicina ai 3mila dollari, ma i prezzi variano in base a: 

  • Colorazione: rossa, verde, gialla e bianca, anche se il mercato impazzisce per quei colori ibridi come “Red Tail Golden”, “Violet Fusion Super Red” e “Blue Base Golden”.
  • Pedigree: quegli esemplari allevati da generazioni precedenti di Arowana catturati in natura tendono a raggiungere prezzi molto alti.
  • Taglia delle pinne e forma della testa: gli Arowana con pinne dorsali più grandi tendono a costare di più.
Tre esemplari di Arowana: il Super Red, il 24k Gold e il Platinum. Fonte: Getty Images.

Ma devi sapere che i pesci allevati nella Munjul Prima Utama non sono i più costosi sulla piazza.

Sì, perché pare che in Malesia esista un allevatore in grado di vendere un Arowana a un membro di alto rango del Partito Comunista Cinese per 300mila dollari. 

Insomma, come ti accennavo, questi pesci possono arrivare a costare quanto una Ferrari (e forse anche di più).

Anche a Singapore vi sono alcuni allevatori in grado di fatturare, tramite le loro aziende con cui allevano questi pesci, fino a 30 milioni di dollari. 

IL MERCATO NERO IN AMERICA

Ma torniamo all’inizio.

È abbastanza chiaro come in Asia il commercio dell’Arowana sia una pratica decisamente diffusa (ed estremamente redditizia), e anche in Italia è possibile allevare questa specie senza alcun tipo di problema (infatti tra i nostri progetti più belli c’è proprio un acquario per Arowana).

Acquistare e vendere Arowana negli Stati Uniti, invece, è severamente proibito ai sensi della legge che tutela le specie in via di estinzione. 

Questo, però, non ha fermato gli Americani – o gli allevatori in Asia –  dal tentare di creare il loro canale sotterraneo di trasporto dei pesci. 

Specularmente, il Fish and Wildlife Service ha sequestrato una grandissima quantità contrabbandata di questi pesci negli ultimi dieci anni.

Da Los Angeles a Chicago passando per San Diego: una buona parte di chi ha provato a vendere e acquistare illegalmente questi pesci negli USA è stato condannato alla libertà vigilata e ad un pagamento di sanzioni che andavano dai 5mila ai 15mila dollari. 

C’è stato un caso di un contrabbandiere che ha pagato oltre 6mila dollari ad allevatore vietnamita per 16 Arowana (circa 412 dollari l’uno) e ha rivenduto ogni esemplare negli States a circa 1900 dollari: un margine di profitto del 78%

Quando vengono effettuate queste operazioni, il contrabbandiere proveniente dal Sud Est asiatico e l’acquirente americano intrattengono conversazioni segrete per concordare le transazioni.

Come quelle che hanno coinvolto Mickey Tanadi, un allevatore di Jakarta, e Shawn Lee, un ragazzo di 29 anni di Garden Glove, California, appassionato di Arowana. 

Una riproposizione della conversazione intercorsa tra Tanadi e Lee, via US District Court filings. Fonte: The Hustle.

Per avere i suoi Arowana, Lee ha inviato a Tanadi un pagamento di 2550 dollari.

Non appena ricevuti, Tanadi ha a sua volta chiuso gli otto Arowana in buste di plastica piene d’acqua e le ha posizionate in un vaso di ceramica. 

Poi ha inviato tutto negli Stati Uniti tramite DHL con un messaggio: 

…Non farti beccare”.

Fonte articolo originale: https://thehustle.co/asian-arowana-most-expensive-fish/

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